Gli studi storici più recenti hanno confermato che la nascita del Comune di Moncalieri non fu dovuta a un fatto traumatico, quale la presunta distruzione di Testona da parte dei Chieresi, ma a un graduale confluire degli abitanti di Testona, Carpice e Mairano in un luogo meglio difendibile e da cui si poteva controllare da vicino il ponte sul Po. Testona scontava lo stesso problema della rivale Chieri. Quest’ultima era sorta in età romana in un luogo povero di acqua e solo p’acquedotto riuscì a sopperire alla carenza sino alla fine dell’Impero; mentre Testona fu costruita e popolata nell’Alto Medioevo in un luogo di grande passaggio di merci verso l’Astigiano, purtroppo però con lo stesso atavico problema di mancanza di corsi d’acqua.

Il ponte sul Po era importantissimo, perché era un nodo essenziale nella rete viaria medievale, tanto che, nel 1198, il vescovo di Torino Arduino affidava ai Templari la ricostruzione e la manutenzione di tale manufatto, donando loro l’hospitale e la cappella di S. Egidio. Alcuni atti successivi a tale data vedono impegnati nella manutenzione lo stesso Comune di Testona, poi quello di Moncalieri e infine i conti di Savoia. L’insediamento dei Templari favorì sicuramente un primo afflusso di persone, attratte dalla possibilità concreta di poter svolgere attività commerciali lucrose. Mentre si concretizzava l’insediamento a valle, sulla collina moncalierese un deciso sviluppo urbano dovette avvenire tra i primi decenni del XIII secolo e la fine del secolo, con una cinta muraria che risulta in costruzione nel 1234. Al 1230 risalgono l’ultimo atto conosciuto del comune di Testona e il primo del nuovo comune, rogato l’11 novembre di quell’anno «in porticu comunis Montiscalerii». Il trasferimento della sede e soprattutto il cambiamento del nome del comune definirono per Mons Calerii l’autonomia dal potere vescovile, di cui Testona era stata la sede tradizionale sin dall’età landolfiana. Tuttavia, poco dopo, Tommaso II di Savoia riusciva, dopo vari tentativi, ad assicurarsi definitivamente il possesso del Comune, punto saliente nel suo programma di controllo del territorio: l’atto ebbe a completarsi con la costruzione di un castrum (castello o casaforte), sede stabile di un funzionario sabaudo che andava a sostituire il podestà comunale. L’ultimo podestà noto fu Iacobus Salbicus di Asti (1256), mentre il primo castellano citato dalle fonti fu Rainerius di Revigliasco (1265).

Piazza Vittorio Emanuele II, veduta dalla Collegiata

Il nucleo medioevale di Moncalieri non si discosta molto da quello tipico dei centri nati a scopo difensivo su una collina: strade parallele alle curve di livello, stradine traversali di collegamento, talora munite di gradinate, castello in posizione dominante sulla cima del rilievo collinare. A Moncalieri, le strade principali seguono due assi ortogonali tra loro, uno longitudinale e uno trasversale, e la piazza principale è disposta lungo il principale asse longitudinale, in posizione abbastanza centrale rispetto allo sviluppo complessivo della città. Alla Platea Maior (Piazza Maggiore) si accede, oggi come nel medioevo, da due vie principali, via S. Martino e via S. Croce, che costituivano due segmenti urbani della cosiddetta strada di Francia, ossia il percorso alternativo che, evitando Torino, allora in mano ai marchesi del Monferrato, partiva da Rivoli e si dirigeva verso Asti, oltrepassando il Po attraverso il ponte. Dal ponte si accedeva al centro murato attraverso una porta ancora esistente, la Porta Milanese, poi detta Navina: il nome probabilmente risente dell’adesione di Testona alla Lega Lombarda contro Federico Barbarossa, come la porta Piacentina, situata all’opposto su Via Santa Croce e poi demolita.  Via San Martino – la piazza – Via S. Croce costituivano il principale tratto di attraversamento della città medioevale: lungo questo asse, in Via S. Croce, fu poi fondato l’Ospedale dei Pellegrini, intitolato alla Santa Croce, che nel XV secolo era amministrato dalla Confraternita omonima.

La Piazza Maggiore, oggi piazza Vittorio Emanuele II, è il frutto di ampliamenti e sistemazioni urbanistiche occorse nel corso di parecchi secoli. Vi si affacciano due chiese di grande importanza – la Collegiata Santa Maria della Scala e la chiesa San Francesco d’Assisi – e vari palazzi, in gran parte appartenuti alla nobiltà (antica e nuova) della corte sabauda. Un reticolo di cunicoli percorre il sottosuolo della piazza, come collegamento tra i vari palazzi in epoca medioevale e rinascimentale: in tali periodi storici, la possibilità di rivolte cittadine o di guerre e assedi era alta, pertanto era necessaria una via di fuga per l’alta nobiltà moncalierese. La piazza era sede del mercato, che si teneva ogni venerdì. Sotto i portici o al pianterreno degli edifici vi erano botteghe e attività artigianali. I portici – un tempo in legno – offrivano riparo in occasione di maltempo, consentendo al commercio di fiorire anche in tempi sfavorevoli. L’acciottolato, risalente al 1825, fu sostituito nel 2005 con lastre di pietra, porfido e ciottoli di fiume.

Fontana del Saturnio

La piazza antica fu ampliata nel 1289 e nuovamente in occasione dell’entrata in città del duca Carlo Emanuele I di Savoia, a seguito delle nozze avvenute l’11 marzo 1585 con Caterina d’Asburgo figlia di Filippo II re di Spagna. La coppia ducale si era recata presso le più importanti Comunità degli Stati Sabaudi, ottenendo omaggio dai Sindaci e dalla nobiltà cittadina. La fisionomia attuale della piazza è sostanzialmente quella conseguente ai lavori progettati dall’architetto di corte Carlo di Castellamonte, e realizzati per le nozze del duca Vittorio Amedeo I di Savoia con Cristina di Francia nel 1619: in quell’occasione, Moncalieri ottenne il titolo di Città. Al 1776 risale la posa della statua del Nettuno e la costruzione dell’elegante fontana, ove era l’antico pozzo pubblico. Comunemente chiamata “Il Saturnio”, inizialmente la statua era stata collocata dinnanzi all’arcata centrale del Palazzo del Comune. Oggi è sostituita da una copia, mentre l’originale è conservato nel Palazzo Comunale.

La Platea Maior di Moncalieri (prima parte)

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