Concludiamo la nostra passeggiata tra i palazzi civili della grande Piazza Vittorio Emanuele II (già Piazza Maggiore) di Moncalieri. Superato il rinascimentale palazz Palazzo Duch, dopo il vicolo si innalza Palazzo Messier di Grana (n. 10), della nobile famiglia comitale. Ripropone lo stile di Palazzo Duch e ingloba nella struttura parte di un palazzotto medioevale, con resti di finestrature gotiche.  Il Feudo di Grana nell’Astigiano fu istituito da Federico Barbarossa nel 1164 e passò con titolo marchionale ai Gonzaga di Mantova. Nel 1780 fu ceduto, col titolo di contea, a Amedeo Messier, di nobile famiglia moncalierese. Alla sua morte il feudo passò al nipote Carlo Amedeo Grosso (nato 9 marzo 1811), avvocato, che perse il titolo comitale.

Palazzo Messier di Grana

Il Palazzo Civico, insieme alla chiesa Santa Maria della Scala, al fondo della piazza, domina la piazza Vittorio Emanuele II. Nel luogo in cui oggi sorge il
Palazzo Civico, esisteva già un edificio ove, nel 1230, si riunì per la prima volta l’assemblea pubblica comunale; qui si batteva moneta (tra XIV e XV secolo) e sotto i portici era posizionata la berlina per i delinquenti comuni, messi alla gogna “al sortir della messa grande” con accanto il corpo del reato. Le trasformazioni furono numerose per rispondere alle necessità della Città in crescita. Oggi il Palazzo Civico esso occupa un esteso spazio, tra la piazza, via Santa Croce, via Principessa Clotilde e i vicoli Pellico e Gioberti. L’ingresso originario del Palazzo Civico era al numero 2 di via Principessa Clotilde, nell’edificio di impianto medievale eretto dai Cavoretto Aiazza; fu spostato dove si trova attualmente solo nella seconda metà dell’Ottocento. L’aspetto di questa sequenza di edifici è per lo più connotato dalle riplasmazioni tardo-settecentesche. Nel 1778 l’architetto Pietro Antonio Mosso d’Andorno fu incaricato del progetto di ristrutturazione interna del Palazzo. La facciata fu rifatta a fine Ottocento dall’architetto Enrico Mottura, che realizzò anche lo scalone d’onore. Allora e per lungo tempo, tutti gli uffici pubblici cittadini furono ubicati in questo complesso di edifici. La facciata, che si caratterizza per il portico a tre arcate e il bel terrazzo, ha il pregio di riuscire a fondersi con armonia con gli edifici nobiliari della piazza. Sotto i portici fu collocata nella seconda metà del Settecento la statua di Nettuno, detto il Saturnio, poi sistemata ad ornare la fontana sulla piazza (l’antico pozzo pubblico). Oggi il sottoportico ospita il busto di Amedeo Ferdinando di Savoia, duca d’Aosta, opera di Odoardo Tabacchi (1890). Qui ha sede anche l’archivio storico comunale. Con un fondo di circa 1500 pergamene che vanno dal XIII al XV secolo, e con carte, disegni, documenti che arrivano sino ad oggi, esso costituisce un patrimonio prezioso per la conoscenza delle vicende più antiche di Moncalieri, oltre ad essere uno degli archivi più ricchi del Piemonte.

Il Palazzo Civico a lato della Chiesa Collegiata Santa Maria della Scala

Continuiamo la passeggiata, passando dall’altro lato della piazza. Al n. 1 di Via Santa Croce sorge il settecentesco Palazzo Solaro, che oggi ospita l’antica Regia Farmacia Chimica Maldini: la farmacia sostituì una Spezieria già presente nel 1690. Conserva pregevoli arredi del ‘700, gli ottocenteschi albarelli contenenti le erbe medicinali. Del palazzo, sono rimarchevoli la loggia e il cortile, dal cui interno si apre una bella vista sulla sottostante via Real Collegio e sulla pianura.giardini pensili degradano verso la città bassa.  

Palazzo Solaro e la Farmacia
Stemma dei Solaro

Dopo l’attigua Salita Padre Francesco Denza, con bello scorcio panoramico sulla pianura, troviamo il notevole Palazzo dei Provana, la cui facciata – intonacata nella parte destra – conserva bellissime finestre in cotto, con cornici marcapiano tra il primo e il secondo ordine: il primo ordine presenta finestre bifore, il secondo archi lobati. Alcuni interventi di ristrutturazione interna ed esterna hanno contribuito a deturpare la importante facciata, con l’apertura di porte e finestre. La famiglia Provana forse era originaria della Val di Susa, ma già nel XII secolo si insediò in Carignano, dando origine al cosiddetto Ramo Antico. Da qui si dipartirono numerose linee familiari, che giunsero a dominare una cinquantina di feudi all’interno dei domini dei principi d’Acaja prima e dei Savoia poi. Si allearono precocemente con i conti di Savoia, ottenendo incarichi di corte e potere, scontrandosi con i principi d’Acaia nel 1360-61. Dopo la pace tra Amedeo VI di Savoia e Giacomo d’Acaja, la famiglia Provana prosperò, tando da ottenere importanti incarichi, tra cui la scorta al pontefice Martino V (al secolo Oddone Colonna) che accordò l’importante privilegio di inserire la colonna nello stemma familiare dei Provana. Fu forse Andrea Provana del ramo di Leynì a scortare la Santa Sindone da Chambery a Torino, attraverso le Valli di Lanzo: lo stesso Andrea sarà capitano della piccola flotta sabauda a Lepanto, nella famosa battaglia navale contro l’Impero Ottomano. Nel 1320, Corrado del ramo della Gorra era castellano di Moncalieri, carica che passò al fratello Franceschino ne 1321. I Provana compaiono in molti atti del Comune di Moncalieri  nel XIV secolo. Si imparentarono coi Duch.

Stemma dei Provana
Palazzo dei Provana di Moncalieri

Augurandovi buona passeggiata, seguendo le indicazioni fornite dai tre articoli sulla Piazza Maggiore, ci congediamo da Voi consigliandovi una digressione nella Collegiata Santa Maria della Scala e nella Chiesa San Francesco, di cui tratteremo in futuro.

La “Platea Maior” di Moncalieri (terza parte)

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